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Le essenze floreali australiane e il loro uso in veterinaria

Conosci i Fiori Australiani?

i Fiori Australiani sono essenze che provengono dal “bush” australiano, già usati dagli aborigeni 3000 anni fa.

La floriterapia ha una lunghissima tradizione nel trattamento delle emozioni:

  • Gli antichi egizi e Paracelso:

    raccoglievano la rugiada dai fiori per curare i malati;

  • In Sudamerica:

    gli indigeni usano da sempre l’acqua per trattare le emozioni: se devono trattare la rabbia usano l’acqua dalle tempeste, per problemi dall’origine antica usano invece l’acqua estratta da un pozzo profondo;

  • Nei templi buddisti malesi e tailandesi:

    si insegnava a curare i malati coi fiori;

  • Gli aborigeni:

    bevevano l’acqua contenuta nei fiori per trattare malesseri di diversa origine.

Al giorno d’oggi le essenze floreali sono utilizzate in Australia anche in diversi ospedali.

Proprietà terapeutiche dei fiori australiani

Ogni essenza floreale ha le proprie virtù terapeutiche.

Agiscono delicatamente, ma in profondità, lavorando sulle emozioni e sui sintomi clinici ad esse collegate.

Hanno innumerevoli sfaccettature per ogni aspetto emotivo.

Per esempio, un animale pauroso può avere:

  • preoccupazione continua
  • paure assillanti, piccole ma insistenti
  • diffidenza e timidezza
  • terrore senza controllo, paralizzante, panico
  • insicurezza caratteriale, magari causata dal distacco prematuro dalla mamma
  • insicurezza causata da traumi subiti e mai superati
  • mancanza di coraggio
  • paura dell’interazione sociale
  • può essere stato abbandonato e avere la sensazione di essere rifiutato ogni volta che resta solo.

Ogni sfumatura ha il suo fiore: riconoscendola possiamo aiutare in profondità il nostro amico a superare la propria paura e a vivere più serenamente.

Ferite emotive e malattia

La medicina tradizionale non considera pensieri, emozioni, sentimenti. Ma ormai è universalmente riconosciuto che le alterazioni emotive portino a disequilibri psichici e fisici.

Molte malattie possono essere prevenute facendo attenzione ai segni premonitori.

Se li ignoriamo, le ferite emotive non sanate diventano croniche e possono tradursi in malattie fisiche o psichiche.

È necessario distogliere lo sguardo dal sintomo e concentrare l’attenzione più in profondità.

Come funzionano i fiori australiani e le medicine vibrazionali?

Per la fisica quantistica gli oggetti che percepiamo come materia fisica sono in realtà energia vibrante.

L’organismo è concepito come un campo energetico specializzato:  attraverso questa rivoluzione concettuale si può spiegare il funzionamento delle medicine vibrazionali (floriterapia e omeopatia). La loro energia vibrante entra in risonanza con l’energia di chi le assume.

Un esempio per capire questa nuova concezione della materia è offerto dal tornado. È energia pura, è reso visibile solo da quello che solleva, se togliessimo la polvere trasportata non vedremmo più nulla, ma non potremmo lo stesso passarci in mezzo e ne vedremmo lo stesso gli effetti devastanti.

Animali e sensibilità

Gli animali,  che sono più collegati di noi alle origini e agli istinti, percepiscono il campo elettromagnetico di un altro essere che si avvicina, esattamente come le nostre sensazioni a pelle.

Perché ci sono tanti animali ansiosi, paurosi, non equilibrati dal punto di vista psicologico?

Perché, purtroppo per noi e per loro, vivono in un sistema tossico: siamo tutti di corsa e stressati, tesi e spaventati, gli animali sono spugne emozionali e ne risentono.

Come si usano i fiori australiani?

Le essenze floreali sono uno strumento terapeutico semplice, efficace, maneggevole e si usano:

  • in prevenzione
  • in terapia

Sono utili per:

  • chi soffre
  • per chi vive con chi soffre
  • chi cura

Indicati in tante situazioni:

  • in prevenzione
  • per soggetti con comportamenti equilibrati
  • a pazienti con patologie
  • in caso di disagi emotivi
  • in associazione alle altre terapie: non ci sono interazioni nocive con nessun altro farmaco o rimedio.

Sono completamente privi  di effetti collaterali.

Velocità e tipo di azione

Una domanda che mi viene rivolta spesso riguarda la velocità d’azione. Le essenze floreali utilizzate in acuto sono velocissime, se il disagio è cronico, ovviamente impiegano un tempo maggiore.

Un’ultima caratteristica della medicina energetica che la differenzia dal farmaco chimico è che il suo effetto è modulatorio, cioè riporta alla normalità o all’equilibrio.

Ti faccio l’esempio del Flannel Flower che lavora sulle emozioni legate al contatto fisico. È un’essenza utile  sia ai soggetti che temono e rifiutano il contatto sia agli  iperattivi che leccano e toccano in continuazione e non si staccano mai. Quindi la sua parola chiave è contatto, modulando sia la difficoltà che l’eccessiva necessità.

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Casi clinici con l’alimentazione: Lilla, gatta europea di 3 anni con cristalli urinari

Lilla, una gatta europea di 3 anni 🐈 😻😾🌱🌸

Lilla è venuta in visita a novembre del 2019 con i sintomi di una violenta cistite.

La visito in urgenza e chiedo ai suoi familiari di raccogliere se possibile un campione di urine.

Lilla manifestava già da alcuni giorni l’urgenza di urinare, tanto che al ritorno dal lavoro i proprietari avevano trovato in due occasioni l’urina fuori dalla lettiera.

All’inizio avevano pensato si trattasse di “dispetti” perché avevano traslocato da poco.

Spiego loro che il gatto che fa eliminazioni inappropriate, cioè in posti diversi dalla cassetta, esprime un disagio fisico e/o emotivo, che va indagato.

Sintomi di Lilla

Negli ultimi due giorni erano comparsi anche altri sintomi:

  • stimolo molto frequente e minzioni inefficaci (poche gocce alla volta)

  • nervosismo

  • leccamento insistente dei genitali

     

  • inappetenza e un episodio di vomito.

     

Visita clinica

Alla visita riscontro solo dolore addominale alla palpazione, ma fortunatamente la vescica era quasi vuota, quindi le minzioni erano sufficienti a svuotarla.

L’ostruzione urinaria è l’evenienza più pericolosa che si possa verificare in caso di difficoltà ad urinare.

Se l’animale non urinasse per più di 36 ore rischierebbe l’insufficienza renale acuta e addirittura il blocco renale, con possibile esito fatale.

Questa evenienza è rara nella femmina (si può verificare nel caso in cui un grosso calcolo si blocchi nell’uretra), mentre è più frequente nel maschio.

Infatti l’uretra maschile è molto più sottile e lunga e anche un conglomerato di sabbia e coaguli potrebbe causare un’ostruzione completa delle vie urinarie.

Esame delle urine

All’esame delle urine riscontro:

  • presenza di sangue in grande quantità

  • un tappeto di cristalli di struvite (un minerale composto da magnesio, fosforo e ammonio che si aggrega in agglomerati e crea una notevole infiammazione di vescica e uretra

  • nessun batterio (generalmente la cistite del gatto è sterile e non necessita quindi di trattamento antibiotico).

Mi informo sulla storia di Lilla: è stata trovata in campagna, aveva poco più di un mese ed era già senza la mamma, che non era più tornata ad accudirla.

La micia non è mai stata socievole, non ama il contatto.

In casa alterna momenti in cui tende loro agguati in cui fa male, soprattutto se sovreccitata  e momenti in cui gioca tranquilla senza usare le unghie.

Le piace molto giocare, ma non ama il contatto fisico.

Loro la prendono lo stesso in braccio e la strapazzano un po’ con l’intento di abituarla ad essere manipolata, lei accetta senza ribellarsi, ma palesemente malvolentieri, è tesa, con le orecchie all’indietro.

A volte protesta miagolando e, in ogni caso, appena riesce scappa.

Hanno traslocato recentemente da una casa con giardino ad un appartamento, più grande ma senza sbocco all’esterno.

Attualmente la dieta di Lilla prevede croccantini a disposizione e umido industriale, ma non disdegna il cibo fresco, che le viene offerto occasionalmente.

Evidenzio diversi traumi:

  • distacco precoce da parte della mamma,

  • trasloco,

  • perdita della possibilità di uscire in uno spazio esterno,

  • nonostante le intenzioni dei familiari fossero buone, l’abitudine di afferrarla senza che lei voglia è da sospendere immediatamente. Le crea infatti uno stato d’ansia perché percepisce l’invasione dei propri spazi.

Per la medicina tradizionale cinese i sintomi sulla vescica sono ascrivibili all’invasione e limitazione del proprio spazio vitale.

In questo caso c’erano:

  • una limitazione territoriale oggettiva con la perdita della possibilità di uscire in giardino

  • l’essere acchiappata contro la propria volontà, ancorché l’intenzione fosse quella di coccolarla.

La terapia che le ho consigliato lavorava su diversi fronti:

  • cambio alimentare con passaggio a dieta casalinga acidificante (per sciogliere i cristalli) e una minima quantità di cibo secco da lasciare di notte, per evitare che svegliasse i familiari,

  • utilizzo di un fitoterapico per sfiammare la vescica,

  • acquisto della fontanella per stimolarla a bere maggiormente,

  • arricchimento ambientale per combattere la noia,

  • accorgimenti comportamentali: consiglio di non prenderla più in braccio e di non andare a cercarla; di giocare con lei e rivolgerle attenzioni solo quando sia lei a richiederle,

  • un percorso sulle emozioni, che ho proposto prescrivendo i fiori australiani. Ho lavorato prima sull’accettazione del cambiamento e sui traumi, poi sulla socialità e l’abitudine al contatto fisico.

Due giorni dopo l’urina era tornata apparentemente limpida, la frequenza delle minzioni aveva cominciato a diminuire e aveva ripreso a mangiare con appetito.

Dopo 15 giorni, il pH urinario era sceso da 9 a 7,5 (ancora troppo alto), Lilla alternava minzioni inappropriate all’uso della lettiera, ma aveva smesso di leccarsi insistentemente.

Al successivo controllo delle urine, dopo 1 mese, Lilla aveva ripreso ad urinare esclusivamente nella cassetta, il pH era sceso a 6,0, non c’era più sangue occulto e i cristalli nelle urine erano drasticamente diminuiti.

Dopo 3 mesi, Lilla non aveva più cristalli, né sintomi. Controlliamo le urina ogni 6 mesi ma fino ad oggi non ci sono state ricadute.

Da allora Lilla ha mantenuto l’alimentazione prevalentemente casalinga, con l’aggiunta di qualche scatoletta nelle emergenze.

I fiori l’hanno aiutata a rasserenarsi: non sarà mai una gatta particolarmente affettuosa, ma ora dorme sul letto insieme ai familiari e si mette sul divano vicino a loro.

Accetta qualche coccola, purché non insistente e ogni tanto sale addirittura in braccio.

Gioca sempre volentieri e capita ormai di rado che faccia agguati violenti.

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Processionarie: qualche utile consiglio per evitarle e per limitare i danni se le incontrassi

Che cosa sono le Processionarie?

Le Processionarie sono farfalle che, in uno stadio larvale sono un bruco con sottili aculei sul corpo, estremamente caustici e urticanti perché secernono una sostanza molto acida, con cui si difendono dai possibili predatori.

Se il cane, il gatto o il cavallo le leccasse, inalasse o ingerisse potrebbe andare incontro ad una grave reazione allergica, fino all’anafilassi oppure ad una severa infiammazione locale che può portare anche alla necrosi dei tessuti.

Processionarie: stagioni e luoghi in cui si trovano

In teoria ad aprile, ma spesso prima, dai nidi delle Processionarie escono questi bruchi pelosi che si spostano appunto in processione, in fila, uno dietro l’altro.

Nella forma larvale, in Italia, la processionaria è un parassita prevalentemente di querce e pini (silvestri, nero, cedri e larici).

Le farfalle depongono le uova sugli aghi di pino e sulle querce. Le uova si trasformano poi in larve senza peli urticanti e divorano gli aghi di pino e le foglie delle querce.

In autunno, ai primi freddi, formano dei grandi nidi che sembrano palle di cotone sulle punte dei rami delle conifere e lungo i tronchi delle querce.

Tra febbraio e aprile, ma in alcuni anni fino a giugno, dai nidi escono le larve, che in quello stadio sono rivestite da peli urticanti.

Scendono dagli alberi per penetrare in profondità nella terra dove diventeranno crisalidi, che si trasformeranno in farfalle con il caldo estivo.

La fase larvale pericolosa

Questa migrazione è la fase pericolosa perché porta le larve pelose di Processionarie, molto caustiche e urticanti a possibile contatto con i nostri animali.
Si riconoscono per il loro tipico movimento in fila indiana, vicine l’una all’altra.

Che fare per prevenire?

  • Se in inverno, quando i nidi sono ben visibili e non pericolosi, vedi che una zona è piena di nidi, prendi nota ed evita quel posto per le passeggiate in primavera!

  • Ti consiglio di segnalare la zona al comune e alle autorità competenti, in quanto sono potenzialmente pericolose, non soltanto per gli animali, ma anche per le persone. Potranno rimuovere i nidi prima che le larve scendano dagli alberi.

  • Se sai che nella zona sono stati fatti trattamenti, evitala lo stesso, perché le larve sono pericolose anche da morte, in quanto i peli restano urticanti, quindi attendi che i nidi siano stati rimossi. In teoria i trattamenti antiparassitari andrebbero fatto in autunno, quando le larve non possiedono ancora gli aculei.

  • Se hai un orto nelle vicinanze, utilizza guanti spessi per raccogliere frutta e verdura e lava bene tutto prima di somministrare o assumere il cibo.

    • Ricorda che ore in cui le larve si muovono di più sono quelle più fresche.

Come affrontare l’emergenza del contatto con le arve di processionarie?

In primavera (o tardo inverno se le temperature fossero già miti) porta sempre con te nelle tue passeggiate:

  • un mix di acqua e bicarbonato (almeno 3 cucchiai da minestra in un litro d’acqua) e una siringa grossa senza ago. Oppure puoi portarti un sacchetto di bicarbonato e acqua a parte e fare una pastella dei 2 nella mano e passarla sulla parte lesa (di solito la lingua);

  • un paio di guanti usa e getta per pulire la parte lesa sulla quale passerai abbondante acqua e bicarbonato;

  • APIS 200 CH da somministrare i caso di reazione allergica e CANTHARIS 200 CH da somministrare in caso di reazione infiammatoria locale, ma solo dopo averne parlato col tuo veterinario che valuterà se l’energia vitale del tuo fedele amico sia tale da poter assumere i rimedi in quella potenza e se siano quelli le sostanze più adatte per lui in un caso del genere.

Emergency pet o Rescue Remedy da somministrare ogni 10 minuti finché il dolore si calma. Se l’animale è stato colpito sulle mucose orali, puoi spalmarli sulle parti del corpo che non hanno pelo, perché si assorbano attraverso la cute.

La tempestività è determinante: quanto prima rimuoverai gli aculei dalla parte lesa, tanto minori saranno gli effetti nocivi.

Il contatto con questi finissimi aghi provoca lesioni di gravità differente a seconda della parte coinvolta e della quantità di peli presenti (naso, mucosa boccale, lingua, palato, mucosa nasale, occhi ecc).

Che succede all’animale in seguito al contatto con le larve di processionarie?

I sintomi si presentano molto rapidamente, da qualche minuto a qualche ora dal contatto.
A seconda della zona colpita, della quantità di peli urticanti venuti a contatti e se questi siano stati toccati, inalati o ingeriti, si potranno presentare sintomi differenti:

  • scialorrea (ipersalivazione)
  • irritazione, infiammazione, abrasioni, vesciche, ulcere su pelle e mucose
  • dolore
  • febbre
  • lingua rossa, violacea, bluastra o grigiastra
  • edema  della lingua (che si gonfia se l’animale lecca o prende in bocca la larva o in caso di reazione allergica sistemica)
  • abrasioni o ulcere
  • congiuntivite se il contatto è avvenuto con gli occhi
  • difficoltà respiratoria a causa del gonfiore della lingua o della gola
  • tosse
  • malessere generale
  • nervosismo
  • prurito
  • vomito
  • abbattimento
  • anoressia per l’infiammazione delle mucose, soprattutto di bocca e lingua.

Nei casi più gravi, soprattutto qualora non si intervenga per tempo, si possono avere necrosi di porzioni della lingua.

Soprattutto se le larve venissero ingerite, si potrebbero verificare anche:

  • infiammazione acuta dell’esofago e stomaco
  • edema (gonfiore) della glottide, con possibile soffocamento
  • diarrea con sangue
  • vomito con sangue
  • dolore addominale
  • scolo nasale anche con epistassi (perdita di sangue dal naso) in caso di inalazione dei peli.

Concludendo, che puoi fare?

Innanzitutto, se vedi processionarie, cambia zona per la passeggiata!
Se malauguratamente il tuo animale venisse in contatto con i peli urticanti della processionaria:

  • Chiama subito il tuo medico veterinario o un pronto soccorso vicino.

  • Rimuovi coi guanti e ancor meglio con delle pinzette la larva attaccata alla pelle dell’animale.

     

  • Lava in abbondanza tutte le parti che hanno avuto contatto con la larva, con un mix di acqua e bicarbonato che tamponerà l’infiammazione, alzando il pH della sostanza urticante (che è molto acida) e riducendo il suo potere caustico.

     

  • Cerca di rimuovere la maggior quantità di peli possibile con la miscela.

     

  • Usa sempre dei guanti per non ferirti tu stesso e utilizza una siringa senza ago spruzzando dentro la bocca, nelle narici, sugli occhi e dove vedi il rossore.

     

  • Utilizza i rimedi di pronto soccorso di cui ti ho parlato prima.

    .

     

  • Valuta col veterinario se utilizzare subito un cortisonico e per quale via somministrarlo.

    .

     

  • Recati in studio o in pronto soccorso più velocemente possibile.

    .

     

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Floriterapia e gioco: grandi aiuti per cementare l’amicizia tra bimbi e animali

La convivenza tra animale e bambino è una preziosa opportunità di crescita e di arricchimento per entrambi.

Il gioco

Floriterapia e gioco sono entrambi strumenti molto utili.

Il gioco è un modo splendido per creare interazione e per cementare il loro legame.

È importante però seguire alcuni accorgimenti perché possa essere serena e piacevole per tutti.

Innanzitutto è necessario supervisionare i bambini quando giocano con gli animali.

Bisogna insegnare loro a conoscere il linguaggio di cane, gatto o coniglio, a rispettarli e a garantire il loro benessere.

Ti suggerisco di assisterli, almeno all’inizio per aiutare i bimbi a capire se ci siano giochi che i loro pet non amano e ad indirizzarli verso attività che piacciano ad entrambi.

È importante che l’animale non venga sorpreso mentre sta dormendo o mangiando, ma invece venga chiamato dal bambino che deve imparare ad attendere che il suo amico a quattro zampe ne abbia voglia.

In ogni caso è opportuno riservare al proprio animale uno spazio specifico tutto per lui, e far sì che qui possa davvero godere di momenti di tranquillità senza rischio di venire disturbato.

Giochi di attivazione mentale

Si possono insegnare ai bimbi i giochi di attivazione mentale per animali: questi svilupperanno l’intelligenza dei pet, li divertiranno e aumenteranno la loro autostima.

Infine rinforzeranno l’amicizia tra bambino e il suo amico a quattro zampe.

Allego alcuni dei tantissimi link che potete trovare in internet con suggerimenti di giochi fai da te:

  • Per il cane:

https://www.ilmiocaneleggenda.it/esercizi-mentali-per-i-cani/

https://www.dogshealth.it/news/giochi-mentali-per-cani-da-fare-in-casa/

  • Per il gatto:

https://bioradar.net/bionews/giochi-per-gatti-10-idee-per-realizzarli-con-il-fai-da-te/

https://www.animalpedia.it/4-giochi-di-intelligenza-per-gatti-fai-da-te-2364.html

Alcuni comportamenti utili da far apprendere al cane

Stabilire un’amicizia serena col gatto di casa

Stesso discorso anticipato per il cane vale per il gatto, per il quale è ancora più importante che il bimbo sappia aspettare il momento giusto in cui l’animale abbia voglia di giocare e non si senta disturbato.

Gli animali possono diventare ottimi compagni di giochi, ma ricorda sempre che non perdono mai le loro caratteristiche naturali.

In una relazione corretta, abitueranno il bambino a un rapporto e a una comunicazione soprattutto corporei (come per esempio tramite carezze e leccate, contatto fisico, olfatto, calore e movimento).

Ecco alcuni consigli pratici per una convivenza ottimale di animali e bambini:

  • Il bambino deve essere educato a rapportarsi in maniera corretta con l’animale:

    non sorprendere l’animale che dorme né toccare le sue cose o invadere il suo spazio critico;

  • Il bambino (se abbastanza grande) non deve andare addosso o dritto dal cane o dal gatto

    è bene che impari a sedersi poco lontano e chiamarlo a sé, aspettando che sia il suo amico a quattro zampe ad andare da lui;

  • È utile che il bambino e il pet siano abituati a passare del tempo insieme creando diverse abitudini che rafforzino il legame e creino fiducia reciproca.

    Per esempio far giocare abitualmente il bambino con il cane, fargli preparare la pappa, spazzolarlo, parlargli, portarlo a fare delle passeggiate (sempre con il genitore);

  • Educazione e rispetto

    I bambini devono essere educati a non spaventare gli animali e a rispettarne i luoghi di riposo e alimentazione;

  • Vigilare

    Mai lasciare un bambino piccolo solo col suo amico a quattro zampe per poter salvaguardare entrambi.

È importante ricordare che qualsiasi segnale negativo verso il bambino è preoccupante (fughe dell’animale all’arrivo del bimbo, tentativi di sottrarsi, ringhi, soffi, possessività su oggetti o sul cibo…).

Davanti a segnali del genere è indispensabile ricorrere al veterinario esperto in comportamento per la corretta integrazione dell’animale.

La floriterapia come ausilio emotivo

Floriterapia e gioco sono due strumenti molto importanti e consiglio di utilizzarli entrambi.

La floriterapia è di grande aiuto per facilitare:

  • l’apprendimento dell’animale,

  • la capacità di comunicare anche tra specie diverse,

  • il desiderio di stabilire un’amicizia profonda,

  • l’apertura del cuore,

  • l’accettazione profonda del cambiamento

    (per esempio all’arrivo di un bimbo in una famiglia in cui ci siano già animali.

La floriterapia australiana in particolare offre una vastissima scelta di rimedi floreali, ciascuno dei quali lavora su uno specifico aspetto relazionale ed emotivo.

Colpo di calore: qualche consiglio per evitarlo e affrontarlo

È arrivato il caldo: ti scrivo alcuni suggerimenti per evitare il pericoloso colpo di calore al tuo amico a quattro zampe.

Predisponi sempre angoli ombreggiati e ventilati in cui farlo riposare durante la giornata, sia nel giardino o terrazzo di casa che durante le gite, controllando che abbia sempre a disposizione abbondante acqua fresca.

Come regola generale, prediligi in estate cibi leggeri e facili da digerire e offriglieli nelle ore più fresche.

Se fa un caldo eccezionale, controlla la temperatura esterna nell’area in cui solitamente si trova l’animale: potrebbe essere troppo caldo per lasciarlo fuori, indipendentemente dalla quantità di acqua e ombra a disposizione.

Ti consiglio di evitare gare, sforzi eccessivi o attività sportive intense nei periodi caldi oppure scegli luoghi di montagna con temperature più miti.

Colpo di calore: alcuni suggerimenti pratici per evitarlo

  • Evita le ore calde per passeggiare col cane, soprattutto su asfalto e cemento (le lunghe passeggiate si possono fare la mattina presto e verso sera).

Ricorda che i cani (soprattutto quelli di taglia piccola e toy) e i gatti sono a stretto contatto con l’asfalto, che emana calore non solo nelle ore calde, ma anche dopo il tramonto: oltre al colpo di calore, l’animale può scottarsi le zampe sull’asfalto arroventato.

  • Limita l’esercizio fisico al mattino presto o alla sera tardi, quando la temperatura è più fresca e ricorda di portare con te una bottiglietta di acqua e una ciotola.

Meglio scegliere passeggiate all’ombra e su sentieri non asfaltati.

  • Può essere utile, in caso di gran caldo, bagnare la testa e il torace del cane o del gatto, con acqua fresca, ma non gelata.
  • Ovviamente, non lasciare mai gli animali chiusi in auto, nemmeno all’ombra (il sole si sposta e, comunque, dentro l’abitacolo le temperature possono diventare elevate in ogni caso) nemmeno coi finestrini socchiusi.

Se dovessi notare un animale chiuso all’interno di un’automobile presta attenzione ad eventuali sintomi di un colpo di calore. In questi casi un intervento immediato può salvargli la vita: se non riuscissi a rintracciare il proprietario dell’autovettura, chiama subito le forze dell’ordine. Fino al loro arrivo, è necessario cercare di creare ombra sistemando ad esempio alcuni giornali sul parabrezza e, nel caso in cui i finestrini non dovessero essere completamente chiusi, versa dell’acqua all’interno per bagnare l’animale o farlo bere.

Se viaggi con loro:

  • parti nelle ore fresche,
  • mantieni la temperatura dell’auto adeguata
  • prevedi delle soste.

Come puoi riconoscere il colpo di calore?

  • il cane o il gatto diventano irrequieti,
  • aumentano la frequenza respiratoria e cardiaca: ansimano e respirano affannosamente
  • respirano con la bocca aperta,
  • aumentano la salivazione (una schiuma densa),
  • a volte hanno difficoltà a deglutire
  • il vomito è frequente, con possibile presenza di sangue
  • a volte presentano anche diarrea, solitamente con tracce ematiche
  • la lingua e le gengive possono essere pallide oppure congeste (scure)
  • la pelle scotta
  • la disidratazione è evidenziata dalla sete estrema

Nelle condizioni più avanzate:

  • sono apatici, barcollano, in stato confusionale
  • lo svenimento è molto grave ed evidenzia un’estrema sofferenza. L’animale perde il controllo della vescica, dell’intestino e del corpo, crolla a terra e perde feci e urine
  • potrebbero sopraggiungere convulsioni
  • la debolezza e lo stato di incoscienza sono due campanelli di allarme molto seri: dall’apatia, gli animali diventano sempre più deboli finché si accasciano edè possibile che entrino in coma.

I soggetti che rischiano di più il colpo di calore:

  • quelli di piccola taglia,
  • i cani e i gatti brachicefali (cioè con il muso “schiacciato” come boxer, bulldog inglese, bulldogue francese, shar-pei, carlino, cavalier king charles, boston terrier, pechinese, shi-tzu, gatto persiano, exotic shorthair per citare i più comuni) meritano un attenzione maggiore. Per la loro conformazione anatomica, hanno importanti difficoltà respiratorie che il caldo può acuire pericolosamente,
  • i soggetti sovrappeso e gli obesi,
  • quelli col mantello scuro.

Colpo di calore: bisogna agire rapidamente per evitare complicazioni davvero gravi

  • sposta immediatamente l’animale al fresco, in un posto ventilato o vicino ad un ventilatore,
  • abbassa la temperatura corporea applicando un panno bagnato con acqua fresca (ma non ghiacciata per non creare uno shock termico) su testa, collo, gola, interno coscia e zampe. Intanto massaggia l’animale delicatamente per favorire il ripristino della corretta circolazione sanguigna.
  • strofina l’inguine con alcol
  • forniscigli pochissima acqua e molto lentamente
  • mettigli sulle gengive 3-7 gocce a seconda della taglia di Emergency pet (mix di fiori australiani) o 4 gocce di Rescue Remedy (mix di fiori di Bach) e ripeti la somministrazione finché non si riprende, anche ogni 10 minuti.
  • se puoi, dagli 2-3 granuli di Belladonna 30 CH sciolti in pochi ml di acqua minerale naturale, agita bene e spruzza in bocca con una siringa senz’ago,
  • portalo dal veterinario urgentemente perché possa stabilire l’entità del danno e mettere in atto le procedure mediche idonee: potrebbe essere necessario reidratare, fornire ossigeno (nei casi gravi con l’intubazione), verificare le funzionalità renali, epatiche e circolatorie.

Una volta risolta l’emergenza, prevedi almeno un paio di giorni di riposo assoluto in un ambiente fresco senza sottoporre il cane a ulteriori stress (per esempio un viaggio in auto).

Consigli pratici generali:

  • Se soffrono molto il caldo, potete acquistare i tappetini refrigeranti da mettere nella cuccia o in auto. Quando vengono immersi in acqua fredda, mantengono bassa la temperatura. Anche le bandane possono essere usate allo stesso modo.
  • Sistema in auto delle tendine parasole se avete in programma un viaggio lungo. Portati dell’acqua fresca per contribuire a mantenerlo idratato e fresco.
  • Potresti riempire d’acqua un flacone spray e spruzzarla sul cane, ma evita di farlo se hai usato questo metodo come punizione: il cane potrebbe pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato
  • Anche i pet sono soggetti alle scottature solari, che possono portare conseguenze anche molto gravi: proteggili applicando una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche, sulle punte delle orecchie e sulle zone glabre o con pelo rado prima di farli uscire.

Conosci il vero significato del detto “in bocca al lupo”?

Ti sei mai chiesta da dove arrivi questa espressione così diffusa?

Te ne voglio parlare oggi, perché non tutti conoscono la bellezza del significato del modo di dire “in bocca al lupo”.

Un augurio profondamente amorevole

L’augurio rappresenta l’amore della lupa che prende con estrema delicatezza in bocca i propri cuccioli per spostarli da una tana all’altra quando avverte un pericolo, per nasconderli al sicuro e proteggerli.

In bocca al lupo!

Nei secoli, alla frase “in bocca al lupo” si è attribuito un significato scaramantico, cioè di scongiurare che un evento futuro potesse diventare infausto.

Si è trasformata in un’espressione augurale che testimonia la profonda credenza del valore “magico” della parola.

Le paure lontane, ataviche e affondate nei secoli, si ritrovano oggi nel nostro linguaggio e vengono usate come simbolo di altri pericoli quotidiani.

Il lupo nell’immaginario collettivo

Il povero lupo nella fantasia popolare, nelle leggende e nelle fiabe ha sempre rivestito il ruolo del cattivo, la vera personificazione del “male”, un essere feroce, falso e insaziabile.

Il lupo rappresentava un potenziale grave danno per gli allevatori e i pastori, per i quali significava possibile perdita di pecore e agnelli.

È stato usato per minacciare i bambini “viene il lupo cattivo e ti mangia” e persino nei proverbi:

  • “il lupo perde il pelo e non il vizio”,
  • “un tempo da lupi”,
  • “essere un agnello tra i lupi”,

quasi sempre con accezione negativa.

L’unico proverbio che mi viene in mente in cui gli venga attribuita una virtù è “il lupo non mangia il lupo” che evidenzia la fedeltà dell’animale al proprio branco.

Crepi!

Si ritiene che l’origine della risposta “crepi” provenga da un frasario dei cacciatori, che auguravano davvero la morte al lupo perché lo ritenevano pericoloso per l’uomo.

Se riflettiamo, il termine “crepi” si usa nelle imprecazioni e per scongiurare malaugurio e allontanare ogni influsso negativo (per esempio “crepi l’avarizia!” e “che tu possa crepare!”).

“In bocca al lupo!” significa amorevole protezione

Esclamare “in bocca al lupo” è uno degli auguri più belli che si possa fare ad una persona.

Esprime la speranza che tu possa essere protetto e al sicuro dalle malvagità che ti circondano, come la lupa protegge i suoi cuccioli tenendoli in bocca, delicata ma salda.

Perché auspicarne la morte?

Da oggi in poi ti consiglio di non rispondere più “crepi!” ma “grazie di cuore!” oppure “viva il lupo!”.

Un’esperienza in mezzo ai lupi

Nel 1991, poco prima di laurearmi, ho passato un periodo emozionante e istruttivo in un centro di recupero di animali selvatici in Spagna.

Un’esperienza unica, che conservo nel cuore: ho allattato cinghiali appena nati, messo in incubatrice le uova di cicogna e nutrito i piccoli appena nati, ma in mezzo ai lupi ho vissuto le emozioni più profonde!

Sai riconoscere i segnali calmanti del tuo gatto?

Il gatto è un animale etologicamente solitario, ma ha relazioni sociali con altri animali e con la famiglia con cui convive.

A volte ha piacere di stare in compagnia, altre ha bisogno di godere di autonomia e solitudine.

Normalmente quando apprezza coccole e vicinanza assume degli atteggiamenti particolari con cui esprime soddisfazione e benessere.

i cosiddetti segnali di pacificazione servono a comunicare agli altri animali o a noi la sua tranquillità, esprimono quanto in quel momento apprezzi la compagnia e la vicinanza e hanno lo scopo di evitare conflitti e baruffe.

Il micino inizia a fare le “fusa” quando viene allattato ed è un segnale di serenità e benessere, che mantiene anche durante la vita adulta per esprimere queste emozioni. Non dobbiamo stupirci però se il nostro gatto fa le “fusa” in un momento in cui in realtà è spaventato o in ansia: in questo caso le utilizza come segnale per calmarsi da solo di fronte ad un evento ansiogeno.

Il micio che “impasta”, ripetendo il movimento che faceva sule mammelle materne durante l’allattamento esprime affetto, fiducia, grande intimità e desiderio di compagnia e vicinanza.

Ricordiamoci sempre che ogni essere vivente è unico e speciale e solo osservandolo con attenzione e amore impareremo a conoscerlo a fondo. In questo modo riusciremo a relazionarci con lui in maniera rispettosa delle sue esigenze e instaureremo un rapporto sereno ed equilibrato.

Vi elenco ora alcuni esempi di segnali utili da riconoscere.

Osserviamo con attenzione la posizione della coda:

  • Se è verticale, diritta il gatto esprime interesse all’approccio, è un segnale di saluto rilassato
  • Se è verticale e la punta assume la forma di un punto interrogativo esprime curiosità
  • Se la coda è abbassata e sciolta indica la predisposizione alle coccole e, solo per i soggetti che lo amano, la possibilità di esser presi in braccio
  • Se agita la coda si sta innervosendo e se è eretta verticale ma tremante è decisamente arrabbiato.

Atteggiamenti e movimenti:

  • Il gatto si strofina su di noi per dichiarare che siamo “suoi” e facciamo parte della sua famiglia
  • Quando ci dà colpetti con la testa o con la zampa comunica la felicità di vederci e il desiderio di coccole e interazione e corrispondono ad un saluto affettuoso. I colpetti con la zampa a volte indicano una qualche richiesta: coccole, gioco o cibo
  • Anche le leccatine sono una manifestazione di affetto e intimità.

Orecchie:

  • Se sono erette sopra la testa il micio è tranquillo
  • Se le muove nervosamente, esprime preoccupazione
  • Se sono piatte bisogna fare attenzione, il gatto è minaccioso e più sono abbassate lateralmente indicano la possibilità di un’aggressione. Se poi ha gli occhi sulla persona o animale potrebbe essere pronto ad attaccare.

Occhi:

  • Se sono socchiusi è estremamente rilassato, a suo agio e forse sta per addormentarsi
  • La pupilla tonda indica uno stato di rilassamento, ma se è talmente dilatata da nascondere quasi il colore dell’iride allora esprime terrore, se è a fessura ma gli occhi sono spalancati e lo sguardo fisso, la testa è tesa e la coda è eretta e vibrante sta per attaccare.

Se ritieni che il tuo micio manifesti con una certa frequenza segnali di disagio, paura o nervosismo e vuoi approfondire che cosa si possa fare per aiutarlo a rilassarsi e a costruire un rapporto sereno con la famiglia, ti invito a consultare la pagina che ho scritto sul benessere emozionale.

Casi clinici con l’alimentazione: Buffo, gatto obeso

BUFFO è un micio europeo nero, maschio, di 10 anni d’età.

Buffo è un gatto obeso: pesa 9 kg mentre stimo che il suo peso ideale dovrebbe essere 5,5 kg.

Mangiava solo cibo industriale per gatti sovrappeso e a luglio decidiamo di passare ad un regime casalingo con restrizione calorica per farlo dimagrire.

Buffo ha accettato di buon grado il cambio di alimentazione, anche se rifiuta gli integratori e le verdure, per cui dobbiamo ricorrere a svariate sostituzioni.

Dopo svariati tentativi, abbiamo trovato il modo di bilanciare la dieta con gli alimenti per evitare qualunque integratore: il pesce azzurro gli formisce la vitamina D, il fegato la vitamina A, la farina di cuticole di psillio la fibra (poiché anche solo con 10 grammi di verdura lascia sdegnato il cibo in ciotola!) e la farina di gusci d’uovo il calcio.

Nonostante qualche difficoltà per i familiari, in poco più di un mese Buffo ha perso i primi 500 grammi.

In generale, è già più in forma, corre e salta con maggiore agilità.

A distanza di altri 4 mesi, Buffo ha perso un altro chilo: finalmente si intravede la linea della vita, il pelo è tornato lucidoe setoso e non ha più forfora.

I proprietari sono felici perché sembra ringiovanito, ha ricominciato a giocare con i topini,

Se ti interessa sapere in quali casi possa essere utile una dieta personalizzata, clicca qui.

Casi clinici con l’alimentazione: Dingo, cane anziano con insufficienza renale cronica

DINGO è un Golden Retriever, maschio, ha 11 anni

Dingo è sempre stato molto vorace, ma all’inizio dell’estate ha cominciato ad avere appetito capriccioso con uj notevole aumento della sete.

Nelle ultime settimane i familiari avevano osservato:

  • una progressiva diminuzione dell’entusiasmo,
  • Dingo aveva meno voglia di uscire e di giocare
  • si sdraiava a riposare non appena si fermavano.

Inizialmente avevano imputato la svogliatezza all’arrivo del caldo, ma non appena hanno osservato una diminuzione dell’appetito (insolita per Dingo), lo hanno portato in visita.

Gli esami del sangue evidenziano un notevole rialzo di tutti i parametri di funzionalità renale, mentre gli altri valori sono perfetti.

Prescrivo a Dingo un fitoterapico per sostenere la funzionalità renale e formulo immediatamente per lui una dieta bilanciata per pazienti nefropatici

La dieta per contrastare l’insufficienza renale prevede:

  • un adeguato bilanciamento tra i diversi nutrienti (proteine, grassi, carboidrati e fibre)
  • l’utilizzo di alcuni integratori naturali con azione antinfiammatoria e antiossidante.
  • particolare attenzione anche all’apporto calorico: il paziente renale tende a perdere peso e massa magra in particolare e uno degli obiettivi della dieta è arrestare questo processo
  • molto importanti sono anche i probiotici, che devono contenere diversi ceppi per compensare l’alterazione della flora microbica intestinale che sempre accompagna l’insufficienza renale
  • in alcuni casi può essere necessario anche un supplemento vitaminico
  • una scelta accurata degli ingredienti che stimolino l’appetito, quando carente.

Ovviamente non esiste una ricetta uguale per tutti: la dieta è sempre da ritagliare su misura, soprattutto se la si utilizza come elemento fondamentale della terapia.

Visite ed esami di controllo

Dopo un mese, due su tre dei valori si sono normalizzati.

Un solo parametro non è ancora rientrato nei range, ma è sensibilmente diminuito. 

Ripeteremo in autunno gli esami, mentre Dingo prosegue con gusto la dieta: ha ritrovato sia l’appetito che il piacere di uscire in passeggiata.

A distanza di altri 3 mesi tutti i parametri renali sono perfetti, Dingo sta bene e affronta con entusiasmo le sue giornate, nonostante non sia più giovane!