Sai come si svolga una prima visita omeopatica veterinaria?
Se non ne hai mai fatte, probabilmente non sai come si svolga una visita omeopatica. Te lo sei mai chiesto?
Sperando ti interessi, oggi vorrei illustrarti come conduco una prima visita omeopatica.
Mentre aspetto che l’animale prenda confidenza e si rilassi, mi faccio raccontare tutta la storia del mio paziente.
Anamnesi completa nella prima visita omeopatica
A partire dal momento dell’adozione, mi interessa conoscere quali fossero le sue condizioni di salute, come abbia reagito all’incontro con la nuova famiglia e come si sia ambientato nella nuova casa.
Mi soffermo sulle sue caratteristiche comportamentali, sulle relazioni che ha con i familiari, con gli estranei, con gli altri animali conviventi o no.
Cerco di capire al meglio le sue emozioni, le sue paure, ciò che gli piaccia e che invece lo faccia arrabbiare.
Ambiente
L’obiettivo della visita omeopatica è non tralasciare nulla, comprese le reazioni a pioggia, vento, freddo, temporali, ai viaggi e ai mezzi di trasporto.
Chiedo anche come si comporti col bagno e quale rapporto abbia col cibo (animali voraci o con appetito capriccioso o che mangiano solo se in compagnia).
Relazioni e caratteristiche di specie e di razza
È interessante osservare le reazioni del paziente ai richiami, ai gesti e le sue risposte agli stimoli ambientali.
Valuto tutte queste informazioni riferendole alle caratteristiche etologiche della specie e della razza in questione.
Per esempio non considero sintomo in un Weimaraner la necessità di movimento quasi continuo e la tendenza al dimagrimento, ma gli stessi dati mi colpiscono se riguardano un Bulldog inglese, che è un soggetto generalmente tranquillo e pigro.
Mentre parliamo, osservo iI paziente: come si relazioni coi familiari, con me o con il collega veterinario curante.
Storia clinica e visita
Ovviamente dedico particolare attenzione a:
- la sua storia sanitaria
- lo stato clinico del momento (o visitandolo o raccogliendo i dati se in consulenza)
- gli eventuali esami di laboratorio.
Prescrizione dopo la prima visita omeopatica
Analizzo quindi i dati raccolti, per giungere all’individuazione del rimedio omeopatico adatto al caso: applicando il principio di similitudine scelgo il rimedio che sia più simile ai sintomi clinici, alle caratteristiche emozionali e comportamentali del paziente.
La prescrizione si avvarrà di un solo rimedio alla volta (Omeopatia ad indirizzo Unicista) e non sarà assolutamente standardizzabile per malattia, in quanto si basa su un approccio individuale, strettamente personalizzato.
Questa scelta terapeutica ha svariati vantaggi:
- i costi estremamente contenuti
- l’assenza di effetti collaterali se prescritta da un omeopata esperto
- la possibilità di inserirla in un protocollo di medicina integrata senza che vi siano interazioni nocive
- l’azione profonda sia sul sintomo clinico che sull’aspetto emotivo del paziente.
Casi acuti e patologie croniche
Nei casi acuti, ci si basa su rilievi essenziali e rapidi del quadro clinico in esame e l’efficacia del rimedio è rapidissima; è tuttavia importante valutare anche in questi casi il modo in cui il paziente si relaziona all’ambiente, ai proprietari, agli estranei.
Nei casi cronici ovviamente i tempi di risposta sono maggiori (esattamente come succede coi farmaci tradizionali).
L’importanza della visita omeopatica di controllo
Dopo la prima prescrizione, generalmente dopo un mese, effettuo la visita di controllo valutando l’evoluzione del caso.
In base ad essa decido se confermare la prescrizione o se cambiare il rimedio o la sua potenza.
Le reazioni del paziente in seguito alla somministrazione del rimedio ci confermano l’esattezza o meno della prescrizione.
In generale una buona prescrizione determina miglioramento:
- dei sintomi e della patologia
- delle produzioni zootecniche degli animali di allevamento,
- delle condizioni generali: appetito, vivacità, vita di relazione, quindi in generale del benessere.
Alla visita di controllo si valuterà il follow-up sia dal punto di vista clinico che di laboratorio.
Se l’articolo ti è interessato, puoi leggere per esempio il caso clinico di Gilda, setter inglese affetta da attacchi di panico.